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236 | trattato della sfera |
moto uniforme e regolare, fa ch’appresso tutti gli orizonti in tempi uguali nascono d’esso equinoziale parti uguali. Quando dunque il sole non avesse moto proprio, ma stesse sempre saldo e fisso nel medesimo punto dell’ecclittica, essendo mosso al moto del primo mobile, il suo ritorno da un punto dell’oriente all’istesso comprenderla precisamente un’intera rivoluzione dell’equinoziale, essendo che il medesimo grado di zodiaco, appresso l’istesso orizonte, nasce sempre col medesimo grado d’equinoziale: ma perchè, oltre a questo moto diurno, il sole ha il regresso proprio nell’ecclittica, nè si troverà nel spuntar dell’orizonte domattina nel medesimo grado che questa mane, perciò, acciò che il sole apparisca all’orizonte, bisognerà che, oltre a una intiera revoluzione di equinoziale, la sfera si volga un poco più, facendo nascere tanto di più d’equinoziale, quanto importa l’ascensione di quella particella d’ecclittica passata dal sole nel giorno antecedente; ed avendo noi veduto, come l’ascensioni sono disuguali, e tal ora con molto zodiaco nasce poco equinoziale, e tal ora con poco molto, quindi è che, per la disugualità di queste tali aggiunte, i giorni naturali si rendono disuguali. E perchè di sopra s’è veduto, come queste disugualità ascensionali si fanno maggiori secondo che la sfera più e più sarà obliqua, restando piccolissime nella sfera retta, quindi è che gli astrologi, con molta accortezza, cominciorono a numerare i giorni naturali, non dall’apparir il sole in oriente, ma dal passare il meridiano, perchè, essendo il meridiano un cerchio descritto sempre per i poli del mondo, vien a fare officio d’orizonte retto: e così, appresso tutte le posizioni ed inclinazioni di sfera, i giorni naturali terminati dal meridiano patiscono piccola disugualità, e la medesima che nella sfera retta.
della disugualità de i giorni artificiali o civili.
Giorno artificiale dimandiamo quello spazio di tempo, nel qual communemente sogliono gli artefici operare, ch’è dal nascere al tramontare del sole: il qual spazio di tempo in alcune regioni è sempre uguale alla notte, ed in altre molto disuguale. Del che deviamo al presente apportar le cagioni.
Movendosi, come più volte avemo detto, il sole di proprio moto sotto la linea ecclittica nello spazio d’un anno, nel qual tempo, por-