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150 | avvertimento. |
r = Bibl. Naz. Vitttorio Emanuele in Roma, cod. 23. S. Pant. 106; car. 145-190. Scritto da più mani.
t = Bibl. Naz. di Parigi, cod. Ital. 461, già Suppl. fr. 54017A; car. 2-21.
v = Bibl. Naz. di Parigi, cod. Ital. 1377, già St. Germain 1897; car. 1-20.
o = Bibl. Bodleiana di Oxford, cod. Savile 45.
n = Bibl. Naz. di Napoli, cod. XXII. D. 75; car. 1-17. Di mano di Gio. Battista Suppa, Gesuita.
s = Bibl. di S. A. R. il Duca di Genova in Torino, cod. Saluzziano 85.
Tutti questi manoscritti, eccettuato s, appartengono al secolo XVII; anzi a, che è tra’ più antichi, risale a’ primi anni del secolo, t fu esemplato, a quanto pare, dal 26 febbraio al marzo 16231, e v nel 16272. Il cod. s è invece scrittura de’ primi anni del secolo presente. Aggiungeremo ancora che a è esemplato dalla stessa mano, la quale trascrisse il codice b del secondo Trattato di Fortificazioni, e, come questo codice, con cui doveva in origine formare un sol corpo, proviene dalla Riccardiana; è poi incompleto, restando in tronco la scrittura con le parole di eguali della pag. 181, lin. 19: b venne alla Collezione galileiana da Milano: p appartenne già al Convento dei Gesuiti di Parma: m alla Biblioteca Albani, dov’era segnato col numero 1062, e perciò, con tutta probabilità, prima all’antica Biblioteca Lincea3: r alla Libreria di S. Pantaleo: o è forse l’esemplare che un tempo appartenne al Wallis4: s è il medesimo codice che, nell’Avvertimento alle Fortificazioni, indicammo come contenente il Trattato di Fortificazione.
Da’ codici accettammo, anzitutto, il titolo del Trattato Le Mecaniche, che è confermato dall’antica versione francese, e da più luoghi di altre scritture, sia di Galileo sia de’ contemporanei5.
Quanto al testo, i manoscritti si vengono a classificare, come ci dimostrò una diligente collazione, in due famiglie. Alla prima, che abbiamo chiamata A, più numerosa e genuina, appartengono i codici a, b, p, m, r, s; alla seconda, B, i codici t, v, o: fuori dell’una e dell’altra, e con particolari caratteri, rimane il codice n.
Nella prima famiglia, il codice a lascia di gran tratto indietro tutti gli altri
- ↑ A torto C. Henry, descrivendo i cod. t e v (Galilèe, Torricelli, Cavalieri, Castelli, Documents nou-veaux tirès des Bibliothèques de Paris: nelle Memorie della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche della R. Accademia, mia dei Lincei: Vol. Y. 1880. pag. 6). credette che queste due date, che si leggono nel cod. t in principio e in fine del Trattato, si riferiscano alla composizione dell’opera. Tra le ipotesi possibili, invece, è quella che tali date siano state esse stesse trascritte dall’originale, donde t deriva.
- ↑ La data si legge a car. v., di fronte al Fine.
- ↑ Breve storia della Accademia dei Lincei scritta da Domenico Carutti. Roma, coi tipi del Salviucci, 1883, pag. 72, 79.
- ↑ Cfr. Favaro, Rarità bibliografiche ecc., pag. 16, n. 2.
- ↑ Cfr. Discorsi e Dimostrationi Matematiche intorno a due nuove scienze. Bologna, MDCLV (vol. II delle Opere), pag. 132; Lettera di G. B. Baliani a Galileo del 19 agosto 1639, nei Mss. Gal., Par. VI, T. XIII, car. 155; Vincenzio Viviani. Racconto istorico della Vita del Sig. Galileo Galilei, nei Fasti consolari dell’Accademia Fiorentina di Salvino Salvini pag. 405.