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212 avvertimento.

Galileiani posseduti dalla Biblioteca Nazionale di Firenze. Sostituimmo bensì la grafia moderna a quella dell’Autore e dell’età sua in pochi particolari, ne’ quali non è certo supponibile che al segno grafico rispondesse il suono neppure sulla bocca di Galileo, e che, d’altra parte, conservati, avrebbero dato soverchia noia al lettore.1 Abbiamo inoltre corretto, come di solito, alcuni materiali trascorsi di penna dell’Autore.2 Invece qualche incostanza di grafia, come il raddoppiamento o lo scempiamento della z specialmente nelle desinenze dei nomi, e qualche altra singolarità, rispettammo; dove volemmo che il testo, piuttosto che la variante, massime trattandosi di scrittura così breve, rispecchiasse direttamente le forme consuete a Galileo e ai contemporanei. Di che, se non ci vorranno far rimprovero i discreti, speriamo ci sappiano grado gli studiosi della storia di nostra lingua.

Oltre che dall’autografo, la Bilancetta ci fu conservata da più copie sincrone; le quali, nonostante l’esistenza di quello, non si possono trascurare del tutto. Mentre infatti le varie copie da noi studiate offrono, tra sè e rispetto all’autografo, differenze di lezione, onde è esclusa la derivazione e dell’una dall’altra e di tutte da quell’esemplare di pugno dell’Autore che pervenne fino a noi, è notabile come in altri luoghi tutte, o la più parte, s'accordino in una lezione unica, e diversa da quella che conosciamo per quest’esemplare: onde nasce il sospetto che tali copie possano rappresentarci, almeno in parte, autentiche modificazioni, che Galileo stesso avrà forse introdotte in occasione di mandare attorno manoscritto, come si accennò, il suo lavoro tra gli amici e i discepoli.3 Per tale considerazione, e avuto anche in ciò riguardo alla brevità della scrittura, abbiamo stimato opportuno che delle varianti di qualche momento, offerteci dalle copie, si rendesse conto con molto maggior larghezza che certamente non converrebbe nelle opere di maggior mole, alle quali riserbiamo un apparato critico assai più limitato4. Vi abbiamo unito, distinguendole con carattere tondo, alcune poche lezioni dall’Autore corrette posteriormente nell’autografo stesso. Adoperiamo, ad indicare i manoscritti, le seguenti sigle:

G = Esemplare autografo.

A = Bibl. Naz. di Firenze; Mss. Gal., Par. II, T. XVI, car. 56-58.

B = Bibl. predetta, Filza Rinucciniana 8. F. 2, esemplare anepigrafo.


  1. Le mutazioni grafiche da noi introdotte in questa operetta sono le seguenti: gl’ davanti a, e, o, u, mutato in gli; havere e derivati huomo, hora, in avere, uomo, ora; et davanti a consonante in e, davanti a vocale in ed; -tione, -tioni, in -zione, -zioni (come, del resto, Galileo medesimo più comunemente scrive); sciemare e derivati, in scemare.
  2. Sono i seguenti: andunque per adunque, aggiugne (pag. 216, lin. 4-5) per aggiugner, miso per misto, mettallo per metallo, esempo per esempio, aqque (pag. 217 lin. 9) per aqqua, del (pag. 217 lin. 19) per dal, in (pag. 217 lin. 15) per un.
  3. Notevoli in particolar modo, tra le varianti e omissioni in cui concordano tutte le copie, sono quelle a pag. 215, lin. 14-216, lin. 1; 216, lin. 15; 219, lin. 5 e 14.
  4. Nell’apparato critico abbiamo interamente conservata la grafia dei manoscritti.