Pagina:Le opere di Galileo Galilei I.djvu/15

12 avvertimento.

dalla creazione del mondo in vari periodi, e si scrive che dalla nascita di Cristo fino all’eccidio di Gerusalemme trascorsero 74 anni, «illinc usque ad praesens tempus 1510».1 Senza dubbio alcuno, dunque, ciò scriveva Galileo durante l’anno 1584. Ma in detto anno era egli scolaro nello Studio di Pisa, presso il quale, essendosi immatricolato fra gli artisti,2 attendeva agli studi di filosofìa e di medicina. Quindi le indagini, che noi ci eravamo proposti di istituire, avrebbero potuto trovare in questa circostanza un elemento prezioso, se la quasi completa dispersione dei manoscritti contenenti le lezioni dei professori di filosofia al tempo di Galileo scolaro non ci avesse fatto ricadere nei dubbi e nelle incertezze.

Abbiamo dal Fabbroni,3 che nel tempo durante il quale Galileo fu scolaro di Pisa, Francesco Verini vi lesse filosofia straordinaria; Clemente Quarantotto da Montecatini, filosofia e medicina; Francesco Buonamici, pisano, filosofia; Giulio Libri, fiorentino, la fisica d’Aristotele; Giuseppe Capannoli, pisano, filosofia straordinaria; Rodrigo Fonseca, portoghese, logica: ma delle opere di questi lettori pervenute fino a noi, quella sola del Buonamici De motu,4 la quale noi sappiamo essere stata da Galileo posseduta,5 anzi, più tardi, fatta da lui segno ad aspre critiche,6 contiene parti che presentino una certa affinità con alcuni luoghi di queste scritture scolastiche. E ciò abbiamo voluto espressamente avvertire, perchè la ipotesi, la quale a noi sembra presentare maggiori caratteri di verosimiglianza, è quella appunto che alle lezioni del Buonamici farebbe risalire le prime origini di questi «Iuvenilia».

Le battaglie sostenute da Galileo contro la fisica aristotelica sono note ad ognuno: ma però non s’avevano ancora in pubblico documenti certi, dai quali apparisse che, prima di combatterla, egli l’avesse a fondo studiata. Qualunque sia pertanto il valore che voglia attribuirsi a queste scritture scolastiche, non potrà dirsi privo d’importanza un documento che siffatta prova ci fornisce. Grandi rivoluzioni scientifiche non operarono mai coloro che, ricevuto un buono avviamento, in esso perseverarono; quelli invece che, iniziati in una disciplina e ri-

  1. Pag. 27: cfr. anche pag. 36.
  2. Galileo Galilei e lo Studio di Padova per Antonio Favaro. Volume I. Firenze, Successori Le Monnier, 1883, pag. 10.
  3. Historiae Academiae Pisanae, volumen II. Auctore Angelo Fabronio, ejusdem Academiae Curatore. Pisis, MDCCXCII, excudebat Cajetanus Mugnainius in aedibus auctoris; pag. 469.
  4. Francisci Bonamici De motu libri X; quibus generalia naturalis philosophiae principia summo studio collecta continentur; nec non universae quaestiones ad libros De physico auditu, De coelo, De ortu et interitu, pertinentes explicantur; multa item Aristotelis loca explanantur; et Graecorum, Averrois, aliorumque doctorum, sententiae ad theses peripateticas diriguntur. Accessit index capitum rerumque memorabilium. Florentiae, apud Bartholomaeum Sermartellium, 1591. Cfr. in particolare i Cap. 22, 23 del Libro VIII di quest’opera con le pag. 119-122 delle scritture qui appresso pubblicate.
  5. La Libreria di Galileo Galilei descritta ed illustrata da Antonio Favaro: nel Bullettino di Bibliografia e di Storia delle Scienze Matematiche e Fisiche; Tomo XIX, pag. 242.
  6. Discorso al Serenissimo Don Cosimo II Gran Duca di Toscana intorno alle cose che stanno in su l’acqua o che in quella si muovono di Galileo Galilei ecc. Seconda editione. In Firenze, appresso Cosimo Giunti, MDCXII. — Citiamo questa seconda edizione, la quale, del resto, vide la luce nell’anno stesso della prima, perchè in essa gli attacchi al Buonamici sono più numerosi: cfr. infatti a pag. 18-25.