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di anacreonte 5

Pietoso, accendo il lume,
     Apro la porta, e vedo
     D’arco, di stral, di piume,
     20Armato un fanciullin.
Io l’avvicino al foco,
     Le sue fra le mie mani
     Riscaldo a poco a poco,
     24E gli rasciugo il crin.

Appena ei riscaldato,
     Dice: proviam se l’arco
     Dall’acqua è rallentato,
     28O s’è l’istesso ancor.
Lo tende, il dardo scaglia,
     E mi trapassa il core;
     Dell’ape il morso eguaglia
     32L’insolito dolor.

Ridendo poi mi dice,
     E s’allontana intanto,
     Amico, io son felice,
     36Rallegrati con me.
Addio: non curo il resto,
     Or che quest’arco è illeso;
     Ma illeso al par di questo
     40Forse il tuo cor non è.