Pietoso, accendo il lume,
Apro la porta, e vedo
D’arco, di stral, di piume, 20Armato un fanciullin.
Io l’avvicino al foco,
Le sue fra le mie mani
Riscaldo a poco a poco, 24E gli rasciugo il crin.
Appena ei riscaldato,
Dice: proviam se l’arco
Dall’acqua è rallentato, 28O s’è l’istesso ancor.
Lo tende, il dardo scaglia,
E mi trapassa il core;
Dell’ape il morso eguaglia 32L’insolito dolor.
Ridendo poi mi dice,
E s’allontana intanto,
Amico, io son felice, 36Rallegrati con me.
Addio: non curo il resto,
Or che quest’arco è illeso;
Ma illeso al par di questo 40Forse il tuo cor non è.