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— È poco ancora, ascolta! Nel disimpegno di quei doveri, ai quali la sua professione lo chiama, fu sempre trascurato, dispettoso, iniquo; i poveri li ebbe in conto di quisquiglie o superfluità dell’umana famiglia, e senza ribrezzo seppe farsi talvolta certo stromento della morte di qualche infelice, che per una troppo lunga malattia gli riusciva d’incomodo e di peso.

Ma se per qualche tempo tuffandosi nel lezzo di sordide passioni potè in esse spegnere ogni sentimento di onestà, e far tacere il rimorso, venne il fatale momento in cui le cose mutarono aspetto. L’amore, quando è fondato nel solo senso, è pianta che non attecchisce e non gitta profonde radici. Passata la foga dei primi affetti, sminuito il potere di quel fascino che acceca e inebbria ai primi baci, spenta quella fiamma che destano i primi sguardi lascivi di una mondana, finito il potente prestigio della novità, l’ardenza dell’amor si raffredda, l’illusione sparisce, e il cuore rimane vuoto, nauseato, scontento, freddo. Così avvenne a costui; quando slombato e lonzo si vidde impotente a sbramare e saziare le inesplebili voglie della sua druda, le di lei incessanti e soverchie pretensioni gli divennero gravi e fastidiose, il di lei contatto mancò di quel magico potere che s’ebbe nei primi tempi, e non bastò più a liberarlo da quella noia, da quel disgusto che continuamente lo tormentava. Allora la coscienza (che si desta sovente e morde anche in seno all’empio) fece sentire la sua voce, atroci rimorsi lo agitarono, conturbarono e si sentì piombato in un baratro di insopportabile cruccio.

Che fare allora? Smarrita una volta la buona via non è così facile rivolgersi a Dio, non lo pensò neppure perchè in Dio non credè giammai; staccarsi e dividersi da quella insatollabile sanguisuga per cercare


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