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vitale michiel II 65

mente l’esecuzione dei durissimi editti, per cui i venditori colti in flagrante, erano puniti con multe e colla proibizione di vendere; ond’è che i colpevoli per ottenere una diminuzione di pena, si scusavano sia per la acquiescenza del compratore, sia per averla indennizzato con altra merce.

Intanto sta il fatto che noi troviamo menzionata nei documenti veneziani del secolo XIV, un’altra moneta oltre a quelle già conosciute, e poichè. sappiamo positivamente a quali monete si debbano attribuire i nomi di piccolo, di grosso, di mezzanino e di tornese, non possiamo concedere questo nome di bianco se non che a quella che n’era priva, tanto più che al minutissimo intrinseco corrisponde il minimo valore della monetina. Anche la scarsezza dei piccoli pezzi nei secoli in cui avevano corso, giustifica la loro estrema rarità al giorno d’oggi; piuttosto sembra strano che a una moneta, che conteneva piccolissima quantità di argento e facilmente anneriva, sia stato dato il nome di bianco. È bensì vero che le monete di mistura avevano, quando erano fresche di conio una patina argentea, come si può vedere in un esemplare a fior di conio del bianco di Renier Zeno nella raccolta del Museo Correr: e lo stesso nome di bianco fu dato a moneta di simile apparenza in altri paesi, anche in epoche più recenti. Pare che si volesse con ciò denotare, più che il colore permanente della moneta, quello che essa aveva quando era nuova, e che quindi volesse piuttosto riferirsi all’imbianchitura data, che al metallo dell’intrinseco. Non bisogna poi confondere tale minima frazione del denaro con altra moneta chiamata pure bianco nel principio del secolo XVI, perchè questa ha maggior valore, ottimo intrinseco ed un’aspetto veramente bianchissimo, ma è necessario riflettere che tra l’una e l’altra vi è oltre un secolo di distanza, e che si era già perduta la memoria del primo bianco, quando l’abitudine popolare impose questo nome al secondo.

Se ad alcuno poi rimanesse qualche dubbio, citerò un paragrafo del Capitolare dei Signori di notte1 il quale nell’anno 1318,

  1. Museo Correr, Manoscritti III, 349, carte 62 tergo.