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e prime monete di venezia 39

Non posso invece accettare il parere di S. Quintino, che alcuni di tali pezzi sieno mezzi denari, opinione alla quale sembra accostarsi anche il Promis1, mentre non credo che collo stesso tipo e fisonomia possa essere stata coniata una moneta ed il suo spezzato. Penso invece che la differenza notevole di peso che s’incontra in tali monetine non sia che la prova del rapido peggioramento della moneta, che è caratteristica di quest’epoca. Infatti i nummi senza aureola, e colla croce simile alla croce dei denari di Enrico II, pesano 15 e 16 grani, ed invece quelli colle leggende scorrette e colla croce ancorata, che sono i meno antichi, pesano appena 8 a 9 grani, anche bene conservati. E però da osservarsi che i più gravi pesano meno sempre dei denari di Enrico II, e che i più leggeri hanno sempre un maggiore intrinseco dei denari coniati posteriormente coi nomi dei dogi.

Dopo questo tempo non troviamo più monete col nome de-, gli imperatori, ed è probabile che la zecca veneta rimanesse inoperosa per qualche anno, sinchè il sentimento di indipendenza e di nazionalità, risvegliato nelle lotte con Federico Barbarossa, e la coscienza della propria forza persuasero i Veneziani a porre sulle monete i nomi dei loro dogi, cominciando da Vitale Michiel II.

Queste idee già da qualche anno io aveva esposto in una lettura al R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, ed il non vederle combattute finora mi dà a sperare che esse abbiano ottenuto il consenso degli studiosi, i quali non avrebbero facilmente lasciato libero il passo ad errori in questione di tanta importanza.

In ogni caso mi conforta il pensiero, che il modo da me adottato per isciogliere le gravi difficoltà del quesito, concorda assai bene coi risultati della storia di Venezia e dei paesi vicini sino al secolo XII. Mentre infatti Venezia era nei suoi primordi debole e piccina, e le sue aspirazioni erano pur esse modeste, noi non troviamo moneta veneziana. Dopo la morte di Carlo Magno vengono i tempi più oscuri, e non ostante le parole dei

  1. Promis, opera citata, pag. 26.