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appendice ii. | 389 |
grossi, ordinando che tale incarico fosse assunto dagli altri massari per turno.
Ai tempi della guerra contro i Genovesi si ordinò (14 aprile 1379)1 di sospendere tutte le paghe dei nobili investiti di cariche pubbliche e di avocare allo Stato metà delle competenze inerenti alle cariche: invece nel dicembre 1411 e nel gennaio 1412, quando si preparavano le armi contro Sigismondo imperatore e re d’Ungheria, si diminuirono gli stipendi di tutti i funzionari, e troviamo nel registro XLIX dei Misti del Senato un lungo elenco degli uffici colle paghe e riduzioni.
Notiamo per la zecca i massari all’oro, che avevano 20 lire di grossi all’anno per ciascuno, ridotti a lire 12 di grossi; i due pesatori all’oro, da lire 6, a lire 4 di grossi; i massari all’argento ed al rame, che avevano 8 lire di grossi, portati a 5 lire di grossi, così i pesatori all’argento. Sono anche nominati in questo elenco Bernardo e Marco Sesto intagliatori di zecca2.
Nel 18 aprile 14143 ai due massari all’oro ne sono aggiunti due nuovi con 80 ducati annui di salario, e si permette che vecchi e nuovi possano, alla scadenza dell’ufficio, essere confermati in carica. Nel 30 gennaio 1415 (1416) i massari all’oro sì riducono nuovamente a due soli, con 120 ducati all’anno, e, votati i quattro esistenti, si confermano Pietro Ghisi e Michele Contarini, che raccolgono il maggior numero di voti4.
Mancando i due massari all’argento, ed essendo stato soppresso quello ai torneselli, il Senato, nel 30 aprile 14165, ordina che sieno nominati tre massari col salario di 100 ducati e le solite utilità, e l’11 novembre 14176 si regolano alternativa mente le mansioni in modo che uno dei tre debba sorvegliare la fabbricazione dei torneselli e dei piccoli.