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PASQUALE MALIPIERO

DOGE DI VENEZIA

1457-1462.


Il principato di Pasquale Malipiero fu un breve periodo di pace, e se in esso la storia non trova da registrare fatti d’armi, o conquiste gloriose, il paese potè riaversi dai danni patiti e migliorare le sue condizioni economiche. Si riordinarono alcune magistrature, si concluse un trattato commerciale vantaggioso col Soldano d’Egitto, prosperarono le industrie cd il commercio, cominciarono a fiorire gli studi e le arti.

Anche sotto il punto di vista numismatico abbiamo poche notizie e nessun fatto importante da registrare. La maggior parte dei provvedimenti adottati sono di semplice amministrazione, come quello che le utilità provenienti dall’esercizio della zecca debbano servire a pagare le ciurme delle galere sottili1, altro per mettere ordine alle paghe degli impiegati e degli operaj, e per tutelare la esattezza degli assaggi fatti alle pezze di metallo che si portavano in zecca dai mercanti per la affinazione. È da notarsi la tendenza ad escludere i non veneziani dai lavori di zecca, prescrivendosi nel 10 marzo 1460 che anche i quattro fanti sieno veneziani, fioli de persone da ben2 e che tutti gli uomini da prendersi nella zecca dell’oro, tanto quelli che battono la moneta, che gli altri, siano veneziani, salvo gli affinatori, che devono essere scelti dai massari assieme ai due pesatori riuniti in consiglio.3


  1. R. Archivio di Stato. Senato, Mare reg. VI, carte 44 t. — Capitolare delle Brocche, carte 34 t. (1 dicembre 1457).
  2. R. Archivio di Stato. Capitolare delle Brocche, carte 34 t.
  3. Biblioteca Papadopoli — Capitolare dei Massari all’oro, carte 45, rub. 111.