Pagina:Le monete di Venezia.pdf/285

268 francesco foscari

le molte spese, furono ordinati e coniati nella zecca quattrini e piccoli di varia sorte, e si sono continuati a coniare anche dopo la pace, ed ora sono talmente moltiplicati che nella terraferma sembra che non vi sia altra moneta se non di rame, e comincia ad esserne infestata anche la città, ciò che è causa di questioni, di confusioni e di altri gravi inconvenienti. Per cui proibisce agli ufficiali della zecca di coniare quattrini o piccoli senza il permesso dello stesso Maggior Consiglio, minacciando la privazione dell’ufficio, pene pecuniarie e personali, agli ufficiali ed agli stampatori che contravvenissero a questi ordini.

Nel 20 febbraio successivo 1456 (1457)1, essendovi circa 2500 marche di rame legato coll’argento giacente in zecca con danno del Comune, il Maggior Consiglio ordina di fabbricare quattrini con quella pasta e di adoperare in preparativi di guerra la utilità risultante, calcolata in 1500 ducati, e ciò solo per la materia esistente e non più, rimanendo ferme le disposizioni e le pene stabilite dal precedente decreto.

Con sifatti provvedimenti si chiude questo periodo importante della storia numismatica veneziana. Per lungo tempo non si coniarono più dalla nostra zecca monete di bassa lega, se non nella quantità strettamente necessaria ai bisogni.


  1. R. Archivio di Stato. Maggior Consiglio, reg. Regina, carte 10 t