Pagina:Le monete di Venezia.pdf/259



TOMASO MOCENIGO

DOGE DI VENEZIA

1414-1423.


Tomaso Mocenigo, trovavasi a Lodi, oratore di Venezia presso il re Sigismondo, quando fu chiamato all’onore di reggere il ducato. Fu principe saggio, che promosse e curò la prosperità del paese: rifuggiva dalla guerra, ma dovette spedire contro i Turchi, che molestavano il commercio veneziano, l’armata comandata da Pietro Loredan, che riportò una splendida vittoria nelle acque di Gallipoli e ridusse il nemico ad una pace vantaggiosa. Anche cogli Ungheri non fu possibile venire ad un accordo, e dopo di avere tentato inutilmente di riunire in una lega le potenze italiane, i Veneziani dovettero combattere da soli contro Sigismondo alleato al patriarca di Aquileja. Essi sostennero Tristano Savorgnan nemico del patriarca e finirono col restare padroni del Friuli ed anche della Dalmazia, approfittando del momento in cui il nemico era impacciato dalle guerre in Boemia e contro i Turchi, per togliere per sempre quei paesi alle pretese dei re d’Ungheria.

Durante il suo principato Tomaso Mocenigo si occupò indefessamente a riordinare le finanze e l’amministrazione dello stato. La moneta fu pure oggetto della sua sollecitudine, anzi questo periodo si distingue per ripetuti studi e per modificazioni continue alle leggi che riguardavano la affinazione dei metalli e la coniazione delle monete. Il primo atto è del 10 febbraio 1413 (1414), solo di un mese posteriore all’elezione del doge: in esso il Senato delibera1 di nominare tre savi col mandato

  1. R. Archivio di Stato. Senato, Misti reg. L, carte 70.