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d’oro, diede origine alla lira di grossi a oro, al grosso a oro ed al piccolo a oro, così chiamati per distinguerli dalle monete dello stesso nome che si usavano nella lira di piccoli e che erano materialmente in circolazione.

Nei documenti contemporanei abbiamo esempi numerosi dell’una e dell’altra lira, e le Memorie di zecca ricordano che nell’anno 1408 le lire di grossi valevano L. 32 et a oro L. 48.

Ecco adunque una complicazione singolare, due lire di comune origine e di uguale suddivisione, ma di differente valore, delle quali una ha il grosso ideale, l’altra ha ideale il piccola La minore però ebbe poca durata, perchè le contrattazioni popolari si facevano in valuta di piccoli e nelle maggiori si preferiva la lira di grossi a oro.

Questa maniera di calcolare la lira di grossi a oro che prese piede nella seconda metà del secolo XIV, dava un ottimo assetto alla monetazione veneziana, lasciando uno speciale campo di azione a ciascuno dei due metalli. La moneta di piccoli aveva la sua base nel grosso, e più tardi nella lira d’argento, ed era destinata al piccolo commercio ed alle transazioni giornaliere e di poca importanza, ove gli inconvenienti della instabilità e del lento ma progressivo deprezzamento presentavano minori pericoli per la poca entità del valore, per la grande suddivisione e breve durata delle transazioni. Invece la lira di grossi, quando abbandonò l’antica base d’argento per prendere un valore fisso ed immutabile di 10 ducati d’oro, ebbe il grande pregio di rendere più sicure le operazioni commerciali di maggiore importanza o di lunga scadenza, i prestiti e le operazioni finanziarie dello stato, nello stesso tempo che rendeva più facili e semplici le scritturazioni in quei conti nei quali alla cifra romana non erasi ancora sostituita l’arabica.

Questo risultato tanto soddisfacente non si ottenne in breve nè senza tentativi che non raggiunsero completamente l’intento. Sino dai primi tempi si sentì il bisogno di sottrarre le principali contrattazioni agli inconvenienti, gravissimi nel medio evo, dell’aggio e delle oscillazioni di valore. A tale scopo furono introdotti due modi di conteggiare che entrambi avevano per punto di