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basso impero, e quelle che si coniavano nei paesi occupati dagli Arabi. Federico II per il primo fece stampare (1231) l’Augustale, moneta che, per il metallo e per il conio, ricorda i bei tempi dell’impero romano; poscia nel 1252 Firenze decretò il fiorino, che imitato da altre città italiane, si diffuse in tutti i paesi commerciali del mondo, e la moneta d’oro di Firenze e di Venezia, conservandosi per lungo corso d’anni sempre uguale di peso e di bontà, divenne una specie di moneta universale in un tempo, in cui non erano popolari le scienze economiche, ma una buona e savia pratica non era ignota ai commercianti accorti ed intraprendenti. L’importanza del fatto non isfuggì nemmeno allora e ne fanno menzione tutti i cronisti e storici contemporanei, anzi Marin Sanudo nelle sue vite dei dogi1 riporta un’iscrizione posta per ricordare il grande avvenimento.

Come risulta dalla lettura del documento, lo scopo del decreto 31 ottobre 1284, era quello di creare una moneta di oro fino buona quanto e più del fiorino fiorentino. Così fu fatto, perchè nel ducato si adoperò l’oro più puro che si potesse avere coi mezzi chimici di allora; gli assaggi moderni provano il titolo 0.997, per cui si può calcolare che l’oro migliore del medio evo avesse per lo meno 1/1000 d’impurità.

Per il tipo e per il conio il Maggior Consiglio si rimette al parere del doge, dei consiglieri e dei capi della Quarantia, i quali adempirono l’incarico con tutta coscienza e con buon risultato, riproducendo sulle nuove monete le stesse figure e lo stesso concetto che era diventato tradizionale del grosso, ma l’arte veneziana aveva fatto grandi progressi negli ultimi ottant’anni e si era liberata dalle pastoje della scuola bizantina, per cui il conio di questa moneta è superiore a tutti i contemporanei, e mostra che gli artefici della zecca di Venezia erano in un epoca remota, arrivati a notevole altezza nel gusto e nella finitezza del disegno. In luogo delle due figure tozze e stecchite di un’arte imbarbarita, vediamo sul diritto del nuovo ducato, il Santo protettore

  1. R. Biblioteca di S. Marco, Codice 800, Classe VII, ital., carte 138.