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MARINO MOROSINI

DOGE DI VENEZIA

1249 -1253.


Dopo che Jacopo Tiepolo ebbe deposto il potere, i correttori introdussero non poche modificazioni ed aggiunte alla Promissione Ducale, fra cui un articolo che imponeva al principe di perseguitare e punire i falsificatori della moneta colle parole: «et si aliquis monetam falsaverit, erimus studiosi ut justificetur et condempnetur falsator»1, che fu riprodotto nelle successive Promissioni.

Fu poscia eletto Marino Morosini, il quale ebbe regno di breve durata e senza avvenimenti d’importanza, tranne la crociata del Santo re Luigi IX di Francia, che cominciò colla presa di Damiata e finì senza alcun risultato utile per la cristianità. Si provvide alla sicurezza della città, ed in quell’epoca vennero istituiti i Signori di notte al Criminale.

Le monete di questo doge sono le stesse coniate dai suoi predecessori, rila per la brevità del principato, sono assai più difficili a trovarsi. Il quartarolo ed il bianco sono monete di esimia rarità, e non sono comuni nemmeno i grossi col nome di Marino Morosini. Sopra di essi si vedono i punti segreti o contrassegni degli zecchieri, già posti su alcuni grossi di Jacopo Tiepolo ed ordinati nel capitolo nono del Capitolare dei massari della moneta, capitolare formato solo nel 1278, ma che conteneva disposizioni in vigore anche prima. Tali segni, che si vedono sul rovescio della moneta, e si distinguono per la

  1. Promissione Ducale 13 giugno 1249, carte 6.