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siccome, prima di morire, non hanno destinato a ciascuno la parte che doveva toccargli, suscitossi tra noi una discussione a tal proposito: siate dunque nostro abritro e date a ciascuno la parte che gli si compete; noi giuriamo di conformarci alla vostra decisione. —
«Azem, sorpreso, trovò quei tre oggetti di sì meschina apparenza, che gli parve tutti insieme non potessero valere più di mezzo dinar, — Palesatemi,» disse ai tre fratelli, «il merito che possono avere questi tre articoli individualmente, perchè sinora non ne darei un quattrino. — Signore,» sclamarono coloro, «ciascuno di questi oggetti ha una virtù particolare, che vale essa sola tutti i tesori della terra, e quando ne conoscerete il merito, farete loro maggior giustizia; degnatevi ascoltarci. — Questo berretto,» disse il maggiore, «ha il potere di render invisibile. Non avvi nulla che impedir possa a chi lo possiede di pervenire ad un’alta fortuna; mettendolo sulla testa, può penetrare dappertutto, perchè gli uomini e neppure i geni non potrebbero scorgerlo; può appropriarsi tutto quello che gli conviene, penetrare nei gabinetti dei re e dei ministri, sventarne gli ambiziosi progetti, svelarne le turpitudini, e sorprendere i loro più reconditi intrighi. Se le ricchezze sono l’oggetto de’ suoi voti, può attingere nei tesori reali; se la vendetta è un bisogno del suo cuore, egli può, senza timor di castigo, togliere di vita il suo nemico. —
«Azem ascoltava attentamente l’enumerazione di tutti i vantaggi che potevansi ricavare dal prezioso berretto, e pensò che non sarebbe convenuto a nessun altro quanto a lui. — Forse,» pensava, «questo maraviglioso berretto potrà farmi ritrovare mia moglie.» Volutosi quindi ai tre fratelli, disse: — Ora che sono convinto del merito del berretto, ditemi qual è quello del tamburo di rame.