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turiere, dichiarò d’essere sultano per la volontà di Dio e pel potere del suo anello. — Se negate di obbedirmi,» soggiunse, «vi manderò sull’istante a far compagnia a quell'insensato. — No! no!» gridarono tutti; «noi siamo obbedienti e fedeli sudditi di vostra maestà. Voi faceste il vostro dovere, e noi faremo il nostro. Non vogliamo altro sultano che voi. —

«Poi l’usurpatore fattosi prestare giuramento di fedeltà, investì i grandi dell’impero delle nuove loro dignità, facendoli vestire d’abiti d’onore. Mandò in pari tempo a dire alla principessa di prepararsi a riceverlo in quella notte nel suo letto, avendone vivissimo desiderio. Tal messaggio venne ad accrescere la disperazione della principessa, la quale fece pregare l’usurpatore di attendere almeno che fosse scorso il tempo del lutto, aggiungendo che allora si uniformerebbe al suo volere; ma ei rispose di voler assolutamente che le nozze si celebrassero nella medesima sera. Anche il gran muftì gli rappresentò essere disdicevole concludere subito quel matrimonio, ma il re non ascoltò nulla, e tutti i ministri dalla religione videro ch’era un empio.

«Ricorrendo allora all’astuzia, la principessa si vestì magnificamente, ed accolto l’usurpatore con volto ridente e soddisfatto, si mise a solleticarlo con alquante carezze, nell’idea d’impadronirsi dell’anello. — Bastano gli scherzi,» disse il sultano; «colmate le mie brame. — Ahi» ripigliò essa, «mi vergognerei, essendovi qui taluno, che ci può vedere. — Dov’è costui?— Nel vostro anello,» rispose la principessa; «mi vergognerei d’essere veduta perfin dagli spiriti. Cavatevi l’anello e mettetelo da parte.» Il sultano si trasse l’anello, lo pose sotto il capezzale, quindi s’accostò alla principessa; ma questa gli lasciò andare un calcio sì potente nel ventre, che lo stramazzò a terra: poi chiamato aiuto, accorsero alle grida le sue quarantatrè schiave, alle quali essa comandò di prendere l’usurpatore, ed impossessatasi dell’anello, lo fregò. — Che vuoi, mia sovrana?» disse il genio comparendo, - Assicurati di questo mostro,» gli rispos'ella, «e riconducimi mio padre col mio sposo.»