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tesoro reale tutto il denaro di cui avesse bisogno. Si fece allora chiamare il gran mufti per istipular il contratto di matrimonio: la città fu tutta illuminata, e dovunque non vedeansi che feste ed allegrie. Maruf istesso sedè sur un trono, ed una folla di lottatori, di ballerini e musici gli si presentarono per far mostra della loro destrezza e talenti, mentr’egli, fattosi dal tesoriere recare sacchi d’oro, lo spargeva a piene mani; nè questi aveva un istante di riposo, tanto era occupato a portar di continuo nuove borse! ed il visir crepava dal dispetto.
«Durarono quei divertimenti quaranta giorni, ed il quarantunesimo fu quello delle nozze. Il corteggio della fidanzata era d’una magnificenza inaudita; ciascuno la colmava di presenti. Accompagnata dal numeroso suo seguito, fu la nuova sposa condotta nella stanza nuziale. Allorchè tutti si furono ritirati, Maruf si percosse colla mano la fronte, sclamando: — Non v’ha potenza e protezione che in Dio! — Perchè questa esclamazione?» domandò la principessa. — Perchè mi vergogno della trista parte che mi veggo ridotto a rappresentare; ma la colpa n’è soltanto di vostro padre, il quale mi ha costretto a sposarvi prima dell’arrivo della caravana. Avrei voluto darvi, per presente del dì dopo le nozze, una collana delle mie più belle perle, e distribuirne pure alcune alle vostre schiave; ve ne sareste invaghita, avendone d’una bellezza!... non ve n’ha di simili. Ma non perderete nulla; degnatevi solo attendere sino all’arrivo della grande caravana.» E si abbandonò quindi colla sposa a tutti i trasporti dell’amore.
«La mattina appresso Maruf si recò al bagno, indi al divano per ricevere i complimenti della corte e del popolo. Il re, mandato a cercare il gran maestro della guardaroba, gli ordinò di distribuire abiti d’onore della massima magnificenza ai visiri, agli emiri ed ai grandi uffiziali della corona. Venti giorni scorsero così senza udir parlare della caravana; infine il gran tesoriere si trovò nell’impossibilità di sopperire alle spese di Maruf, essendo il tesoro esausto. Approfittò egli dunque d’un mo-