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tutto il divano. Io aveva un idolo di smeraldo e di grandezza naturale; l’idolo di mio padre era di rubino, e quello del gran visir di diamante. Gli altri erano di varie pietre preziose, come zaffiri, topazi, ametiste adorne d’oro e d’argento; altri di legno d’aloè o di sandalo, d’avorio e di porcellana. Allorchè furono adunati tutti, lo straniero li sfidò a sfogare l’ira loro contro di lui. Collocaronsi gl’idoli sugli altari, ciascuno si pose dinanzi al suo, ed il re, prosternatesi al proprio, disse: — O mio Dio e mio Signore! tu sei mio sovrano padrone! non v’ha Dio il cui potere sia superiore al tuo. Questo straniero, qui venuto per abbattere il tuo culto, pretende che il suo Dio sia di te più potente: confondi le sue bestemmie; annientalo col soffio dell’ira tua; risenta costui gli effetti terribili della sua vendetta!» L’idolo stette in silenzio; mio padre continuò: — Che condotta è questa, mio Dio? se ti parlo, almeno rispondi. Sei tu demente, oppure hai sonno? Destati e parla! —

«L’idolo non diede alcun segno di vita. Allora lo straniero disse: — Nemico del vero Iddio, come puoi adorare queste false divinità mute ed impotenti, mentre il mio Dio veglia di continuo, vede tutto senza esser veduto, e fa tutto ciò che gli piace? Il demonio che t’illude, abbandonò l’opera sua. Non v’ha Dio che Dio: lui solo bisogna adorare: senza di lui non v’ha salute! Vedi adesso se il tuo Dio saprà difendersi.» Sì dicendo, rovesciò l’idolo. Pien di furore, mio padre comandò d’arrestar l’empio, e punirne il sacrilegio; ma niuno di quelli che voleano impadronirsene, se gli potè accostare. Allora egli esortò di nuovo gli astanti ad abbracciare l’islamismo, ma tutti rifiutarono. — Devo io adesso, ei disse, farvi conoscere l’ira del mio Dio? — Sì, fu risposto; fatecela, vedere.» Alzate allora le mani al cielo, pronunziò codesta preghiera: — O mio Dio e Si-