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«La nuova che il gioielliere era partito con sua moglie si sparse in breve tra gli abitanti di Basra, che provarono gran giubilo di essere liberati dalla tirannica passeggiata del venerdì, durante la quale erano costretti a restar tutti nelle moschee, se non volevano esporre la vita. Allorchè Asti-Obeid fu a qualche distanza da Basra, ebbe il medesimo destino di Kamar-al-Zeman nell’accostarsi alla stessa città; fu svaligiato dagli Arabi del deserto. Ridotto a vivere d’elemosina, il gioielliere si trascinò di città in città sino al Cairo, dove trovò una folla immensa di poveri adunati ad un convito. Kamar-al-Zeman partecipò la sua scoperta al padre, il quale gli disse: — Fagli dar da bere e da mangiare, ed anche caffè e sorbetti: gli parleremo poi con comodo. —

«Mentre il gioielliere stava per andarsene Abderahman lo chiamò, ed egli inoltratosi, rimase confuso al riconoscere Kamar-al-Zeman; ma questi gli si gettò al collo e lo bagnò di lagrime. — Non è questo il modo che si riceve un amico,» disse Abderahman; «fallo condurre al bagno, e poi vestire convenevolmente, —

«Kamar-al-Zeman lo fece dunque condurre al bagno e vestire d’un abito che valeva mille zecchini. Intanto i convitati domandarono al giovane chi fosse quel forestiere, ed egli rispose esser uno di Basra, tra’ suoi migliori amici, e gioielliere di professione. — Non bisogna maravigliarsi,» soggiunse, «di vederlo in istato così compassionevole, poichè cadde nelle mani degli Arabi del deserto, che l’hanno spogliato d’ogni suo avere. Avendo io medesimo provato il medesimo destino, fui, arrivando a Basra accolto da questo amico, che non cessò di prodigarmi tutte le possibili cure.» Con tal discorso ispirò molto interesse per Asti-Obeid, ed allorchè questi comparve, tutti i convitati si alzarono e l’accolsero con mille