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ricare i camelli. — Andate,» disse il giovane ad Halima ed alla schiava, «andate a baciare le mani al vostro padrone.» Vennero le donne a baciare le mani al gioielliere, che le aiutò egli medesimo a salire in lettiga, e partiti tutti, giunsero felicemente in Egitto. Al di lui arrivo sulle frontiere del suo paese, Kamar-al-Zeman aveva da El-Arisch 1 spedito al padre un corriere per annunziargli l’avventuroso suo ritorno. Si può giudicare qual fosse la gioia del vecchio, il quale da sì lungo tempo non aveva ricevuto nuove del figliuolo. Recossi egli, con tutti gli amici, incontro a lui sino al sobborgo di Adelieh, d’onde lo ricondussero in trionfo alla casa paterna. Allorchè Halima discese dalla lettiga, tutti gli occhi rimasero abbagliati dalla sua beltà. — È una principessa?» domandò il padre di Kamar-al-Zemàn — No,» Halima rispose, «sono la sposa di tuo figlio.» Ritiratosi il resto della brigata, Abderahmah tirò in disparte il figlio, e gli disse: — Chi è questa donna che hai teco condotta? È la bella,» rispos’egli, «che fu cagione segreta del mio viaggio; è quella della quale vi parlò il dervis, e che mi propongo di sposare.» E qui gli narrò tutta la sua avventura, ed il rapimento di Halima. — La mia maledizione sia su te in questo mondo e nell’altro,» gridò Abderahman, «se persisti a voler isposare quest’indegna! Non temi tu che costei non si diporti verso di te in modo sì nefando come fece col primo suo marito? Lascia che ti cerchi io una sposa di buona famiglia e di costumi irreprensibili.» Mosso dalle rimostranze del padre, Kamar-al-Zetman gli

  1. Città dell’Egitto, all’ingresso del deserto di Siria, celebre per la pugna che i Francesi vi diedero ai Mamelucchi, il 19 febbrajo 1799. Fu pure nella medesima città che si sottoscrisse la convenzione per l’evacuazione dell’Egitto, al tempo della memorabile spedizione dell’esercito francese.