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ed uscì per recarsi da Kamar-al-Zeman, deve Halima già si trovava quando vi giunse il dabben uomo, che, confuso da somiglianza sì positiva, non sapeva cosa dire. — Dio è grande!» gridò; «egli crea gli scherzi della natura e quanto gli piace.» Asti-Obeid corse a casa, e trovata la moglie come l’aveva lasciata, la colmò di elogi e di carezze. Tornò quindi alla bottega, ed Halima, passando per l’armadio, venne a trovare Kamar-al-Zeman; e gli disse: — Ora più non ci resta che a fare i preparativi della partenza. Ecco qui quattro borse ancora: compra alcuni schiavi, e disponi ogni cosa pel viaggio; quanto a me, ho già prese le misure necessarie: l’amor mio per te mi fa tutto abbandonare: va a congedarti da mio marito; pagagli l’affitto della casa, e vedremo che cosa saprà fare. —

«Recossi Kamar-al-Zeman dal gioielliere per annunziargli d’essersi determinato a partire, e gli domandò quanto gli dovesse per l’affitto della casa. — Mi volete svergognare,» disse Asti-Obeid; «dopo avermi colmato di tanti benefizi e tanti contrassegni della vostra generosità, parlate ancora di simil bagatella! Ah! amico mio, quanto mi stimerei sventurato se mi trovassi diviso da voi!» Qui si pose a piangere, e per adempire a tutti i doveri dell’amicizia, aiutò il giovane nei preparativi del viaggio. Halima, che non voleva separarsi dalla fedele sua schiava, trovò il modo di mandarla, col consenso del marito, nella casa dell’amante. A tal uopo, la battè, come se ne fosse malcontenta, e pregò il marito di venderla o farne un dono a Kamar-al-Zeman. — Ecco,» diss’egli a questi, «una schiava che mancò al rispetto dovuto a mia moglie; potrà servire di compagna da viaggio all’altra vostra schiava Halima. — «Finalmente, il giorno della partenza, il gioielliere rimase con Kamar-al-Zeman sino al momento di ca-