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di Basra, senza che alcuno osi allora farsi vedere per le vie, sotto pena di perdere la testa.» Il re accordò la domanda, ed affinchè i cani ed i gatti, nel tempo che la passeggiata durava, non potessero cagionare alcun danno alle botteghe aperte, si pubblicò l’ordine di chiudere in tal giorno tutte queste bestie senza eccezione. Da quel tempo, la moglie del gioielliere passeggia così ogni venerdì, due ore prima e due ore dopo la preghiera del mezzogiorno, senza che uomo nè donna, cane nè gatto ardisca comparire per le vie. Ma ben veggo, o figlio, che questo racconto non vi basta, e vorreste che v’indicassi qualche mezzo per vedere la dama. Or bene, avete gioielli? — Sì,» riprese Kamar-al-Zeman; «ne ho trenta, ciascuno del valore di cinquecento zecchini. — Va bene,» riprese la donna; «pigliate uno di quei gioielli, portatelo ad Asti-Obeid, e ditegli di montarvelo nel modo più semplice. Gli darete per tal lavoro venti zecchini, ed uno zecchino a ciaschedun operaio. Sedete nella sua bottega, discorrete seco lui, e ad ogni mendicante che passi, date uno zecchino; è il mezzo più sicuro di farvi notare, e così far giungere il vostro nome all’orecchio della consorte del gioielliere, la cui bellezza è maravigliosa. —

«Seguì Kamar-al-Zeman il consiglio, e la sua liberalità eccitò lo stupore del gioielliere. Soleva questi lavorare in casa gli oggetti più preziosi, in presenza di sua moglie, la quale gli stava sempre seduta vicino. Allorchè costei vide che il marito lavorava con attenzione particolare all’anello di Kamar-al-Zeman, domandò per chi fosse; il gioielliere non mancò di farle un ritratto sì brillante dell’avvenenza e generosità di Kamar-al-Zeman, ch’essa concepì il più vivo desiderio di vedere lo straniero. Il gioielliere si sbracciava in lodi, ora sull’eleganza e la nobiltà della sua taglia, ora sullo splendore e freschezza della sua car-