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sono versate per un’amante.» Voltosi poi Ishak, soggiunse: «Non ho mai inteso nulla di simile. — E neppur io, Commendatore de’ credenti,» rispose il musico, il quale, nel calore dell’entusiasmo, dimenticò affatto il travestimento, il giovane non si sconcertò, prosternossi davanti al califfo, e gli rese omaggio; allora Aaron si avvide com’egli fosse d’un pallore estremo. — Che cosa avete?» gli domandò; «è questo il colore naturale, della vostra carnagione, oppure è prodotto dal cordoglio? — Ah! Commendatore dei credenti,» rispose il giovane, «molto straordinaria è la mia storia. — Raccontatela,» ripigliò Aaron; «forse potrò mitigare il vostro dolore.» L’ospite cominciò nel modo seguente la sua narrazione:
«— Io sono figliuolo d’un mercatante ricchissimo della città di Omman 1. Mio padre aveva in mare trentasei bastimenti, che gli rendevano ogni anno trentamila zecchini. Si diede egli il massimo pensiero per la mia educazione, ed anche al letto di morte mi fe’ chiamare per darmi consigli di saviezza e virtù. Un giorno ch’io mi trovava in compagnia d’alcuni mercatanti, un mio schiavo venne a dirmi che un uomo domandava di parlar meco. Ordinai di farlo entrare; colui, aperto un canestretto che portava in testa, mi presentò frutti di straordinaria bellezza e quali io non ne aveva mai veduti di simili. Gli donai cento zecchini, e chiesi a’ miei compagni d’onde venissero quei frutti e quell’uomo. — Di Bassra,» mi dissero; ed a tale occasione parlarono con tanto entusiasmo di Bagdad e di Bassra, delle maraviglie e degli abitanti di quelle città, ch’io non seppi resistere al desiderio d’intraprendere un viaggio per assicurarmi co’ miei propri occhi se fondate o no fossero quelle lodi.
- ↑ Città nella parte meridionale dell’Yemen o Arabia Felice.