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polvere epilatoria, e se vostra maestà permette, ne farò su di lei il saggio. — Mostrami questa polvere,» fece il re, e vedendo una composizione d’un color nero e d’odore ingrato, non dubitò non fosse veleno. — Arrestate questo miserabile!» gridò alle sue guardie, che l’arrestarono sul momento. Niuno sapeva la cagione di tal fatto, nè ardiva informarsene. Avendo il re adunato il suo divano, fece venire l’ammiraglio della flotta, e gli comandò di chiudere Abukir in un sacco pieno di calce viva; e gettarlo in mare, affinchè fosse arso ed annegato nello stesso tempo. «Era l’ammiraglio uno de’ più intimi amici di Abussir; amava molto il bagno, nè mai questi aveva accetto danaro. — Che avete dunque fatto,» gli chiese l’ammiraglio, «per aver perduta la grazia del re e meritata una morte così crudele? — Vi giuro,» rispose Abussir, «che sono innocente, nè ho commesso delitto alcuno. — Deve dunque essere qualche nemico che v’abbia accusato,» riprese l’ammiraglio; «ma non temete; vi nasconderò in un’isola poco di qui lontana, e dalla quale potrete tornare senza pericolo al vostro paese. Vado intanto a far preparare un sacco, che riempirò di calce e pietre onde si creda ch’io abbia eseguiti gli ordini del re. Potrete nell’isola darvi il diletto della pesca, poichè ogni giorno colà vien gente a comprar pesce per la mensa reale. —
«Imbarcossi l’ammiraglio sul vascello, in cui aveva fatto caricare un sacco di calce e pietre, e poso alla vela sotto le finestre del palazzo reale, fabbricato sulla spiaggia del mare. Gridò il re: — Gettatelo nell’acqua,» e fece un cenno colla mano; ma in quel movimento, sfuggendogli dal dito l’anello, cadde in mare. Possedeva quell’anello una virtù magica. Allorchè il re volea dar ordine di giustiziare un delinquente, faceva un cenno colla mano nella quale