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stanza forza per collocarvisi dentro senza alcun soccorso. Subito questo riprese il volo colla solita rapidità, e portò il principe nel palazzo ove Badanazer, la principessa ed il re dei geni lo aspettavano.
«Alla vista di Zoloch, Kemserai svenne; ma il genio gli fece trangugiare un liquore che gli rese all’istante la vita. L’amore e la diletta vergine avrebbero di certo operato tal miracolo, mettendovi però maggior tempo.
«Il re dei geni celebrò in persona il matrimonio dei quattro amanti, e non essendo loro più necessario, partì, lasciandoli fruire d’or innanzi dell’amore beato senza inquietudini.»
«Scheherazade terminò così la storia del canestro. Lo spirito ed il coraggio di Zahide piacquero assai al sultano, e specialmente a Dinarzade, per la quale le avventure meravigliose avevano sempre attrattive. Incoraggita dalle dimostrazioni lusinghiere del consorte, la sultana promise per la domane il racconto d’un episodio della vita di Schedad, sultano dello Yemen. La notte seguente, voltasi al sultano delle Indie, essa riprese la parola in questi termini:
NOTTE DLXII
IL PARADISO DI SCHEDAD.
— Sire, molto tempo prima che il profeta dei veri credenti rischiarasse il mondo, e che il santo Corano discendesse dal settimo cielo, Schedad regnava nello Yemen1 con assoluto potere, di cui usava senza moderazione: era un tiranno voluttuoso e crudele,
- ↑ L’Arabia Felice.