Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/684


270


mo di tornarsene sano e salvo. Scrisse al padrone tutte le particolarità del trattamento ricevuto, e gli disse che Vird-Khan avevagli fatto rispondere da un ragazzo. Tale nuova gettò il re nella disperazione; aprì la lettera e fu per perderne la testa, vedendo dalla nota che l’autore di quella lettera era in fatti un fanciullo. Chiamò all’istante i visiri e consiglieri, e lesse tale risposta, che li colpì tutti di stupore e spavento. Il gran visir Bediol-Gemal fu di parere che bisognava procurar di calmare lo sdegno di Vird-Khan con una risposta destra e prudente. — Scrivetegli,» disse, «di non avergli diretta la prima lettera se non per provare la sua saviezza, ed assicurarvi da per voi di quanto la fama ne pubblicava; che le lodi a lui tributate erano meritatissime, e che fate continui voti per la sua prosperità e per quella del suo popolo. — È cosa maravigliosa» sclamò il re straniero; «come può egli, dopo aver fatti perire i visiri e gli ulema, essere più potente e formidabile che mai? Non attaccherò quel re; fece morire gli uomini più savi del suo regno, ed ecco che presentansi fanciulli degni di sostituirli! È finita per me e pel mio regno, se il mio gran visir non sa stornare là burrasca.» Il savio visir scrisse dunque in nome del suo padrone la lettera seguente:

««Grande e potente re, nostro illustre fratello ed alleato, Vird-Khan, abbiamo ricevuto la vostra risposta ed intesone perfettamente il contenuto. Supplichiamo il cielo di prolungare la durata del vostro impero sino al giorno del giudizio, e farvi trionfare de’ vostri nimici, come anche di tutti quelli che possono augurarvi male. L’illustre vostro padre era nostro fedele amico; abbiamo sempre vissuto in buona intelligenza ed in unione perfetta, e sino dal mio avvenimento al trono, non ho avuto altro desiderio fuor di vivere con voi nella