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giuramenti. Allora il giovane ministro gli palesò tutto il suo disegno. — Se l’ambasciatore del vostro vicino,» disse, «viene a domandarvi la risposta, rimandatelo da un giorno all’altro con diversi pretesti e quindi congedatelo con alterigia; ei non mancherà di lagnarsene per la città e biasimare la vostra condotta. Fatelo allora venire dinanzi, e ditegli che espone il proprio capo, cercando di suscitare il malcontento del popolo; aggiungete che se non rispondeste alla lettera del suo padrone, fu per la moltitudine degli affari e la mancanza di tempo. Ridomandategli la lettera e rilettala, ridendo a tutta gola, direte: - Non merita altra risposta che questa. Il vostro re è un insensato volendo provocare volontariamente la mia vendetta e costringermi a marciare coi mio esercito contro di lui. Chi ne potrebbe far un delitto se devastassimo i suoi stati, e lo precipitassimo dal trono? L’avrebbe meritato, poichè osa attaccarmi sì apertamente. Il vostro re dev’essere ben privo di consiglieri assennati e ragionevoli, se manda qui un insensato come voi, incaricato di una proposizione che non avrebbe dovuto essere mai intesa nel mio consiglio di stato; ma vi farò rispondere dal primo fanciullo che capiti.» Allora mi farete chiamare, e letta in mia presenza la lettera, mi comanderete di rispondervi in vostro nome. — «Tal consiglio sollevò d’un gran peso il cuore dei re, il quale si condusse coll’ambasciatore appunto, come aveva detto il figliuolo di Scimas, sino all’istante in cui lo fece chiamare. — Orsù,» gli disse, «rispondi a questo scritto. — Ho inteso,» rispose il giovinetto, «e sono ad obbedirvi.» Preso allora carta, inchiostro ed un calam o cannuccia, scrisse la risposta seguente;

««In nome di Dio clemente e misericordioso; salute!

««Sappiate, insensato, che non meritate di re se