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mente cosa ne fosse stato; il che raddoppiò la disperazione del cadì e de' colleghi. Chiamati i più abili medici della città per curarli, tutti i loro rimedi fallirono. I quattro improvvisavano continuamente versi nel loro delirio, ed in termine di alcuni giorni soccombettero alla violenza della passione.

«Mentre la sua bellezza cagionava simili stragi, Zein-al-Mevassif era giunta felicemente a casa, dove sua sorella provò la gioia più viva, rivedendola, e le preparò subito un letto, circondato di coltrine profumate d’ambra e di muschio. Zein-al-Mevassif vi si distese così vestita, e riposò tranquilla. Narrò poi alle sue schiave tutte le avventure occorse per viaggio, e finito il racconto, fece portare da cena, ed allora mandò la fedele Hubub ad informarsi di Mesrur; poichè le donne preferiscono la conversazione ed i banchetti a tutto, persino ai loro amanti. Il povero Mesrur, che passava i giorni in mezzo alle lagrime ed a far versi, aveva sognato che la sua diletta era tornata; e siccome prestava fede ai sogni, corse alla casa di Zein-al-Mevassif per assicurarsi se il suo fosse verace. Era ancor lontano, allorchè senti il profumo dell’ambra e del muschio che lo zeffiro gli portava. Ma qual fu il suo giubilo scorgendo sulla porta Hubub, che gli manifestò il ritorno dell’amata! Egli volò tra le di lei braccia, e passarono il resto del giorno a prodigarsi le più tenere carezze.

«Per rianimarsi, la giovane fece preparare da Hubub zucchero, limoni e vino, e con essi compose una bevanda corroborante. La notte li colse in mezzo al racconto dei reciproci patimenti. Zein-al-Mevassif disse a Mesrur d’essersi fatta musulmana, e questi abbracciò tosto l’islamismo.

«Al domani, fatti venire cadì e testimoni, fu steso nelle forme il contratto del loro matrimonio.

«Intanto, Zein-al-Mevassif seppe che l’Ebreo, suo