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NOTTE DCCCLI-DCCCLXX

STORIA

DI MESRUR E DELLA SUA DILETTA ZEIN-AL-MEVASSIF.

— Un mercante, chiamato Mesrur, viveva or molti anni sono. Era questi amico della buona tavola, del passeggio e dei piaceri. Una notte sognò di trovarsi in un giardino con quattro anelli ed una colomba di candidezza abbagliante, e prendeva colla colomba grandissimo sollazzo, allorchè piombando su di lei un grosso uccello, la rapì.

«La domane mattina, uscì Mesrur per cercare qualcuno che potesse spiegargli il sogno, ma non trovando nessuno, tornava a casa, allorchè, passando davanti ad una casa di bell’apparenza, udì una voce melodiosa che cantava queste parole:

«Il dolce profumo del mattino è refrigerio ai cuori che soffrono. Io gli dico: Te ne scongiuro in nome di Dio, vedesti tu mai amore pari al mio? Una gazella mi ha rapito co' suoi vezzi la ragione: la sua taglia elegante ecclissa i rami flessibili del ban.1 »

«Sospinto da curiosità, Mesrur si avvicinò alla porta socchiusa, e vide un giardino magnifico, nel quale stava una signora di circa diciannove anni, seduta su cuscini di velluto e circondata da quattro belle schiave. La splendore de’ suoi occhi accendeva i cuori; le sopracciglia somigliavano ad arco delicato di muschio prezioso, e la sua bocca profumata offriva l’immagine

  1. Il ban è il salice d’Egitto: salex aegyptiaca.