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che ho sognato stanotte! Non l’ha veduto nessuno? — Nessuno,» rispose Califfo; «lo giuro per Abubekr, il Predestinato. — Allora portamelo a casa, e fanne arrostire la metà, e l’altra in bianco.» Poi gli offrì uno zecchino, ma il pescatore lo ricusò. Immaginando il Giudeo che lo stimasse troppo poco, volle dargli sino a sei zecchini; talchè Califfo, il quale in vita sua non aveva veduto tanto denaro, fu sul punto di cedere all’offerta e dimenticare il consiglio della scimia. Nondimeno si ricordò ancora in tempo, e gettò sulla tavola l'oro dicendo: — Potete avere questo pesce con due sole parole, ma non ve lo darò a nessun altro prezzo. » A tale discorso, l’Ebreo montò in furore, credendo che le due parole alle quali il pescatore alludeva fossero la professione di fede dell’islamismo, o volesse fargli abiurare la propria religione. Laonde, preso un bastone, lo percosse a tutta forza, sclamando; — Miserabile! tu domandi che per un vil pesce io rinneghi la mia religione! — Oh! oh!» disse il pescatore, «avreste potuto risparmiarvi il disturbo di darmi queste busse; per me, vi sono avvezzo come un asino, e non mi fanno impressione. Ma perchè adirarvi in tal guisa? Le due parole che da voi esigo non consistono se non a dire che acconsentite di cambiare la vostra scimia colla mia. — Allora, perchè nol diceste subito? l’affare è conchiuso. —

«Califfo tornò poi al fiume, e gettando le reti, prese una gran quantità di pesci, che vendette per dieci zecchini; lo stesso fu, il giorno dopo e per dieci giorni di seguito, di modo che si trovò possessore di cento zecchini. Siccome non aveva mai avuto in casa tanto denaro, l’inquietudine gli tolse il sonno. — Se il Commendatore de’ credenti,» diceva tra sè, «giunge a sapere che ho cento zecchini, me li farà domandare in prestito: avrò io un bell’allegare la