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«Il genio mise dunque ad esecuzione il suo progetto approvato dal consiglio: Zoloch fu divelta dalle braccia della madre per condurla ai piaceri di questo giardino, e Gulsum fu penetrata di dolore, al sapere il dettaglio dei sospiri e dei rammarici della figliuola. Il re dei geni si allontanò per evitare i rimproveri della regina; questa manifestò il suo risentimento ai membri del consiglio, ma essi addussero per iscusa la sicurezza e l’interesse dello stato.

«La regina non potè sopravvivere alla privazione della figlia, e morì di languore poco dopo. Badanazer, suo figlio, salendo al trono, approvò e seguì esattamente una legge sì conforme a’ suoi interessi, ed astringe tutte le schiave di andar ogni mattina a rendergli conto del modo di procedere dello straniero che le ha preferite.

«Ecco, signore,» aggiunse la tenera Molina, «quanto ho potuto scoprire; tu puoi facilmente farmi dimenticare il pericolo cui mi espose la mia indiscrezione: mantieni la parola che m’hai data, e rendimi felice!

«— Vorrei poterlo!» ripigliò Zahide con dolcezza.

«— Chi te lo impedisce, crudele?» proseguì la schiava, «Non parlami più dell’amore che nutri per la principessa: pensa che più non la vedrai. Il dispiacere che sentirai della sua assenza mi promette una vendetta, aimè! che non può soddisfarmi. Veggo che tu corri alla tua rovina, e ne sono già fin d’ora afflitta, io che darei la vita per la tua felicità.

«— Ma,» rispose Zahide, «qual prova puoi darmi della verità della tua storia? tu hai spirito; chi potrà rispondermi che non l’hai inventata per indurmi alle tue voglie?

«— Il vero amore,» rispose, Manna, versando un torrente di lagrime, «è incapace di mentire, e sei ben crudele, o straniero, di suppormi l’intenzione di