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corso della notte, il khan era guardato dai quaranta cani. Così Delileh ottenne, colla sua astuzia e destrezza, la carica onorevole di direttrice della posta delle colombe.

«Era allora a Bagdad un ladro chiamato Ali Argento-Vivo del Cairo. Aveva infatti dimorato in altri tempi al Cairo, ed il soprannome gli veniva perchè, simile all’argento vivo, sfuggiva a tutti quelli che lo volevano pigliare. Un giorno che trovavasi mesto e melanconico in una società di giovanotti, questi lo consigliarono d’andar a passeggiare fuor dalla città per rallegrarsi lo spirito. Entrò Ali in un caffè, e statovi un po’ di tempo, rimise poi a percorrere le strade in cerca di avventure. Incontrò un aquaiuolo che teneva in mano un vaso, e; — Olà!» gridò, «ben dice il proverbio: Non v’ha liquido superiore a quello che vien dalla vigna; nessun diletto che superi quello di possedere una giovinetta amata, ed in nessun luogo si sta meglio come in casa propria. Olà! vi dico di darmi da bere, avendo estrema sete.» L’aquaiuolo, guardandolo, riempì il bicchiere e glielo presentò. Lo prese Ali Argento-Vivo e sparse l’acqua per terra. — Come, non bevi?» disse l’aquaiuolo. — Mesci ancora,» rispose Ali. Obbedì l’altro, ed Ali gettò di nuovo l’acqua. — Ebbene!» ripigliò l’acquaiuolo, «se non hai sete, lasciami continuare la mia strada. — Riempimi un’altra volta il bicchiere,» rispose Ali; poi bevve e congedò l’aquaiuolo dopo avergli posto uno zecchino in mano. — Oh! è ben poco,» disse questi, «è ben poco per un si gran personaggio come voi. — Come, miserabile, è poco!» disse Ali percuotendolo; «uno zecchino per tre bicchieri d’acqua, è poco? Hai tu mai trovato alcuno più generoso di me? — Senza dubbio,» rispose il portatore d’acqua, «senza dubbio, ho trovato persone ancor più generose. — E chi? dimmelo. — Se