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tenzioni pel benessere e la conservazione dello stato, e lo pregò di partecipargli il progetto, essendo disposto ad eseguirlo.
«Allora egli propose loro di radunare i balli, i conviti e le belle schiave in un luogo di delizie, che incaricavasi di far costruire, e per la consolazione della principessa e delle sue seguaci, promise loro che, finchè abitassero il giardino, non sarebbonsi mai accorte dell’impressione degli anni, e che conserverebbero la freschezza, la gioventù e la beltà di cui fossero dotate al momento che vi facessero dimora.
— Ciò non è tutto,» continuò egli; «gli stranieri saranno sempre trasportati da un canestro che servirà loro sia nell’andare, come tornando. Esso non s’incaricherà mai se non di quelli che si saranno determinati di propria volontà, e non mai più di uno alla volta; e quando il precedente sarà di ritorno, ogn’altra via, fuor del canestro, verrà severamente vietata ai curiosi. —
«Intanto, per rassicurare la virtù dei membri del consiglio, il re dei geni promise che tutti quelli i quali soccombessero ai vezzi delle schiave, o si abbandonassero troppo alle delizie del vino, verrebbero subito riportati nel canestro; ma che però chi mancasse di rispetto alla principessa, sarebbe trattato colla maggior severità.
«Mouna, nel proprio interesse, si guardò bene dal dire a Zahide che chi resistesse per tre giorni alle lusinghe delle schiave ed alle delizie del giardino, sarebbe in diritto di sposare Zoloch. - Queste condizioni,» ripres’ella, «furono accettate. Il re dei geni mise subito tutte le cose nello stato che voi vedeste, e per attirar gli stranieri, fece proclamare nella città di Medhochan che ognuno poteva presentarsi al canestro, onde vedere cose nuove e gustar piaceri singolari. Una tale speranza aveva attirato un infinito numero di curiosi.