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Schmalleil, «all’udire il felice successo della tua impresa contro il gigante della montagna; talchè, temendo di vedersi astretto a tenere la promessa e darti sua figlia senza dote, prese la risoluzione di rifuggirsi presso Agib, re di Kufah.» Gharib montò in una furia terribile all’udire simile notizia. — Giuro, » gridò, «per la vera fede, pel Dio unico, pel Creatore del cielo e della terra, e per Abramo suo diletto, di distruggere da capo a fondo la città di Kufah, e devastare tutto il paese dell’Irak. «Nello stesso giorno si mise in marcia, e direttosi primi verso la montagna del gigante, gli partecipò il suo disegno — Non prendetevi tale disturbo,» dissero il gigante ed i suoi figliuoli, «noi c’incarichiamo di questa spedizione: andremo a fare un giro nell’Irak, e ve ne condurremo tutti gli abitanti colle mani avvinte alla schiena. — Bene, » disse Gharib, «andremo assieme!» E si posero in cammino, lasciando alla montagna una guardia sufficiente.

«Intanto, dal suo lato, Mardas era giunto carico di ricchi presenti a Kufah, residenza del re Agib. — Vengo, » gli disse, «a cercare presso di voi un asilo. — Ve lo accordo, » rispose Agib, «foss’anco contro lo stesso re Scebur in persona. — Imploro soltanto la vostra protezione contro un Beduino, figlio d’una schiava, che trovai un dì in mezzo ad una selva, e che poscia mi diede un altro figliuolo chiamato Sehmalleil. Suo fratello bastardo mi mette in mille imbarazzi: ha ucciso Hamb, capo della tribù di Bunhan, attirandomi così una guerra pericolosa. Ho una figlia la quale, posso dirlo, è degna d’un re, e meriterebbe d’essere sposa d’un monarca pari vostro. Costui ebbe la temerità di chiedermela in matrimonio: io, per isbarazzarmene, gli ordinai di andar a combattete il gigante della montagna; ma egli lo ha vinto, liberando la figlia del re