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— Amici, » lor disse, indicando gli schiavi, «chi sono que’ mille e cento giovani? — È il prodotto dell’ultima nostra caccia in Persia, » risposero, «e non è tutto. — Che cosa avete di più? — Abbiamo cento giovani bellezze e la principessa Fakhartadj1, figliuola del re Scebur. L’incontrammo nell’ultima nostra partita di caccia, con una scorta di mille cinquecento cavalieri; quattrocento caddero mordendo la polve, gli altri furono fatti prigionieri, e son quelli che vedete attaccati agli anelli di ferro. — Non avete fatto ingiuria alla principessa?» chiese Gharib. — Dio ce ne guardi, » risposero i figli dei gigante; «non le abbiamo nemmen torto un capello, e le usammo tutti i riguardi che devonsi ad una principessa, il cui padre ha un esercito abbastanza poderoso per vendicare gli oltraggi che potessero farsi a sua figlia. Abita essa un palazzo edificato appositamente per lei.» Gharib vi si fece condurre, e trovò la fanciulla immersa nel pianto, simile alla luna oscurata da un nugolo piovoso, la quale peraltro, vedendo un cavaliere sì vezzoso, inoltrossi verso di lui per baciargli la mano, e gli si sarebbe gettata a’ piedi, s’ei non l’avesse impedito. — Signore, » gli diss’ella, «concedetemi la vostra protezione contro questo miserabile ladrone gigante, la cui passione brutale m’ispira tanto terrore. Salvatemi, ve ne scongiuro; sarò lieta d’essere la schiava de’ vostri schiavi.» Avendola Gharib rassicurata, le restituì le sue donne, e la pose in libertà. — Non è, » le disse poi, «la curiosità che mi spinge, ma permettete, o principessa, che vi chiegga per qual motivo correvate le pianure ed i deserti, così esposta a cadere in mano de’ malandrini? — Mio padre, » ella rispose, «e tutti i suoi sudditi professano, come sapete, la religione de’ Magi. Nel nostro

  1. Questo nome, in arabo, significa Gloria della corona.