Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
91 |
ciato da quel paese in causa de’ suoi misfatti, è venuto a stabilirsi qui, dove esercita il mestiere di ladrone, ritirato nella valle, dove ammassò innumerevoli tesori. Tremo per voi, figliuol mio, ma almeno, quando l’affronterete, abbiate l’attenzione di dire: Allah Akbar, cioè Dio è grande! Quanto a me, m’incaricherò di pregare per voi. Intanto, prendete quest’armi; ecco una clava di ferro guernita d’anelli: quando la s’imbrandisce, gli anelli fanno un rumore simile a quello del tuono; ecco una cintura lunga tre pertiche e larga tre palmi; ecco in fine un elmo, una corazza ed un libro di preghiere. Ora andate a trovare la vostra gente,» soggiunse il vecchio terminando; «annunziate loro l’Islam, e cominciate la vostra impresa invocando il nome di Dio. —
«Gharib, raggiunti felicemente i compagni, li convertì all’Islam, facendo loro fare la professione di fede che il vecchio aveva da lui richiesto. D’improvviso comparve un cavaliero intieramente coperto di ferro, ed armato sino ai denti. Direttosi a Gharib, l’assalì, e pugnarono insieme alcun tempo, allorchè l’incognito, alzatasi a un tratto la visiera, si fe’ riconoscere. Era Sehmalleil, il quale, essendo assente quando Gharib era partito per la sua impresa, veniva a raggiungere il fedele compagno d’armi. Si tennero a lungo abbracciati, e quindi, fatta da questi professare a Sehmalleil la vera fede, si misero insieme in via per andar a cercare nella valle il nero gigante.
«Questi, veduto da lungi un nembo di polvere che si avvicinava, comandò a’ suoi figli di condurgli quella preda. Partirono all’istante di gran galoppo cinque cavalieri amaleciti; Gharib chiese loro chi fossero e cosa volessero. Yethun, primogenito del gigante, rispose: — Scendete di cavallo affinchè vi prepariamo per la colazione di nostro padre, allesso, arrosto ed in guazzetto.» Inoltratosi allora Gharib con-