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cominciato i suoi scongiuri, li continuò sinchè, apertisi i vasi, ne uscirono i pesci gridando: — Sovrano del mondo, cosa comandi? — Vi strangolerò, vi abbrucerò, » rispose il Mogrebino, «se non mi aprite il tesoro di Sciamardal. — Sarà fatto, » risposero, «ma a condizione che sarà presente il pescatore Giudea essendo scritto nel libro del destino, che questo tesoro non possa essere aperto se non in presenza sua.» Il Mogrebino cavò dalla valigia un piatto di onice ed un bracere, pose nel piatto i due pesci e sparse profumi sul bracere. — Ora, » disse a Giuder, «vi dirò, prima d’ogni altra cosa, quello che dovete fare, poichè, cominciate che abbia una volta le mie fumigazioni, non potrò più rivolgervi la parola. Mano mano, che s’innalzerà la fiamma, quest’acqua a poco a poco scemerà, e voi vedrete in fondo una porta d’oro, grande quanto quella d’una città: busserete tre volte, ed udrete una voce che dirà:«Chi batte alla porta di questo tesoro?» E voi risponderete: «Sono il pescatore Giuder che la deve aprire.» Il custode uscirà dicendo: «Allunga il collo, affinchè provi colla mia sciabola se sei veramente Giuder.» Obbedite all’ordine del custode, presentategli il collo, ed ei non vi farà alcun male; ma se ricusaste di farlo, vi ucciderebbe senza pietà. Rotto il primo incanto, incontrerete presso alla seconda porta un cavaliere armato di lancia damaschinata. Presentategli arditamente il petto; vedrete svanire sull’istante quel fantasma, e passerete la porta senza il minimo ostacolo; ma se negaste di lasciarvi colpire dalla lancia, certa sarebbe la vostra morte. Altrettanto vi accadrebbe alla terza porta se voleste evitare il dardo che vi scoccherà il custode. Quando picchierete alla quarta, ne usciranno sette mostri che vi si slanceranno addosso per divorarvi: ma non fuggite, stendete solo verso di loro la mano, e tosto spariranno. Alla quinta