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gli si ordinava. — Ora puoi riaprire gli occhi,» gli disse Khizr. Belukia aprì li occhi e trovossi davanti la porta del suo palazzo. Volse gli sguardi all’intorno per cercare il santo; ma era sparito. Entrato nel palazzo, vi trovò la madre colma d’anni, e che, rivedendo il figliuolo, ebbe a morirne d’allegrezza.

«In breve si sparse la nuova del ritorno di Belukia per tutta la città, e ciascuno sollecitossi ad accorrere per vederlo e recargli doni. Fu pregato di narrare le sue avventure maravigliose, ma non potè finire il racconto, perchè tutti quelli che l'ascoltavano struggevansi in lagrime, tanto erano commossi da quegli incredibili avvenimenti.

«— Sì, è in fatti cosa commoventissima,» disse Giamaspe, interrompendo la regina; «ed anch’io avrei pari motivo di piangere, perchè non volete lasciarmi rimpatriare. — Giamaspe,» rispose la regina dei serpenti, «io vi conosco; voi mi tradirete, sarete spergiuro, e mi farete perdete la vita andando al bagno; ciò mi cagionerà una morte certa. —

«Giamaspe rinnovò i suoi giuramenti, e la regina, terminata la sua storia, nè più sapendo come dissipare la noia e l’affanno del giovane, trovossi alla fine costretta a lasciarlo partire. Chiamato per tanto un grosso serpente, gli comandò di condurre il giovane sulla terra, e questi, accommiatatosi dalla regina, seguì la guida, e giunse in patria al tramonto del sole. Bussò alla porta della casa, e sua madre istessa venne ad aprire; ma scorgendo il figlio, mandò un alto grido, e svenne. Sua moglie, accorsa allo strido, provò la medesima sorpresa, e cadde anch’essa priva di sensi nelle braccia del marito; ambedue si credettero trasportate al cielo al vedersi restituito il loro diletto, ed abbandonaronsi alla gioia più viva.

«Dopo le prime espansioni d’una tenerezza reciproca, il giovane s’informò de’ suoi antichi compagni