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la nastra separazione: lo rivedremo tra poco, avendogli fatto conoscere la nostra dimora.» Ordinò dunque il re Scehlan di porre una sentinella per guidar il viaggiatore, se mai si presentasse al palazzo. Incaricato di quest’uffizio un genio di nome Hun; appena ebbe questi veduto il principe, gli annunziò la grata novella che stava per essergli restituita la sposa, e corse al palazzo a parteciparne l’arrivo. Estrema gioia risentì il re de’ geni; fe’ salire i suoi a cavallo, e venne incontro al genero, che lo strinse teneramente tra le braccia. Comandò di rivestirlo d’un magnifico abito d’onore, gli mise in testa un diadema formato d’un sol diamante, e se lo fece sedere allato. Smontarono all’ingresso del palazzo, dove accolto dalla regina madre: — Asciugate le vostre lagrime ed aprite il cuore, mio caro figlio,» gli diss’ella;«avete toccata la meta delle vostre brame, —

«Giansciah, abbagliato da tante gemme, il cui fulgore ecclissava quello del sole, poteva a stento tener aperti gli occhi, e si mise a piangere per allegrezza. Molte leggiadre giovani lo ricevettero all’ingresso del serraglio, dove introdottolo, vi gustò le più voluttuose delizie.

«Intanto Tigmos trovavasi in una dolorosa condizione; tutto il suo coraggio l’abbandonò, allorchè vide entrare il rinforzo che abbiam detto nel campo dell’avversario, che poteva allora annientarlo colla superiorità del numero. Ma checchè possa avvenire, non abbandoneremo Giansciah nei serraglio, dove trovò la diletta sposa.

«Aveva già passate parecchie settimane presso di lei, allorchè presentossegli alla mente la memoria del padre, e desiderò vivamente d’averne nuova; ma quando seppe che trovavasi impegnato in una guerra sanguinosa col suo mortal nemico, il re Kefid; — Conducetemi un cavallo,» gridò egli; «bisogna che