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notte in preghiere ed in pratiche di devozione. — Non vi sono pure,» domandò Belukia, «altre montagne dopo quella di Kaf? - Sì,» rispose l'angelo, «v’è un monte alto trecento tese, e coperto di nevi e di ghiacci. Sono quei luoghi i limiti fra la terra e la prima regione del fuoco. Oltre a ciò vi sono quaranta altre terre, ciascuna delle quali estendesi quaranta volte più di questa. Quattro di codeste terre sono d’oro, l’altre d’argento, di rubino, di smeraldo, di zafferano e d’ambra, tutte abitate da angeli onde l’unica occupazione è di cantare le lodi di Dio e del Profeta. Non conoscono nè Adamo, nè Èva, nè il giorno, nè la notte. Sappi, o figlio, che Dio ha creato sette ordini di terre, i quali posano sulle spalle d’un angelo di cui Dio solo conosce la forza. Tiensi l’angelo sur uno scoglio; lo scoglio riposa sul dorso di un toro; questo toro viene portato da un pesce enorme, che nuota nel mare dell’Eternità. Avendo Gesù udito un giorno parlare di questo pesce, pregò Dio di farglielo vedere, e Dio comandò ad un angelo di condurlo sulla spiaggia di quel mare. Sulle prime, non vide nulla; ma d’improvviso il pesce slanciossi come un lampo, e Gesù cadde svenuto per lo spavento. Tornato in sè, cantò le laudi del Signore, ed allora il pesce passò per tre giorni senza ch’egli potesse vederne il fine. Dio creò pure quaranta altri pesci con quaranta torri, quaranta scogli e quaranta angeli che portano le quaranta terre d’oro, d’argento, di rubino e di smeraldo — E che c’è sotto il mare dell’Eternità?» chiese Belukia. — L’abisso. — E sotto l’abisso? — Il fuoco. — E sotto il fuoco? — Un mostruoso serpente che se non fosse
rano ogni settimana, in modo particolare, la notte dal giovedì al venerdì, e quella dalla domenica al lunedì, in memoria, una del concepimento, l’altra della natività del loro Profeta.