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sono i più propizi per tale operazione. Convien essere a digiuno. È il consiglio che diede il Profeta a qualcuno venuto a consultarlo pei mali di testa e gli ordinò in pari tempo di non mangiar nulla d’acre, nè di salato. Del resto, non bisogna farsi cavar sangue ne’ grandi calori, nè al tempo de’ grandi freddi. La primavera è la stagione più opportuna. — Cosa dite del matrimonio sotto il rapporto della salute? —
«La bella Teveddud, arrossendo a quella domanda, abbassò gli occhi e nulla rispose. — Commendatore de’ credenti,» disse poi, «non attribuite il mio silenzio a difetto di cognizioni; ho studiato a fondo tutti i rami della medicina, ma mi vergognerei palesando ciò che in questo proposito ho imparato. —
«Il califfo sorrise. — Quando si è una volta,» disse, << sui banchi de’ dotti, bisogna parlare come un dottore. Perciò desidero che vi spieghiate senza alcun imbarazzo. Io non mi son dato il pensiero di cercare i vantaggi che dal matrimonio possono risultar per la salute, ed avrei un piacere estremo di ragionare su questa materia con alcuno quanto voi versato nella medicina. — Il matrimonio,» rispose Teveddud, rassicurata alquanto, «produce benefizi infiniti. Rende il corpo più leggero, tempra il fuoco ardente dell’amore, rallegra il cuore e forma un legame che ci attacca alla società. Non bisogna maritarsi d’estate, ma è salutarissimo farlo d’inverno, e soprattutto in primavera. Confesserò tuttavia che il matrimonio è più pregiudizievole che utile ai temperamenti freddi. Ma nulla al mondo è funesto quanto maritarsi a vecchia donna. È un veleno mortale pel corpo, un’unione mal assortita ed intollerabile. È mestieri che la moglie sia giovane per rendere il marito felice. Infine, come dice il poeta:
«Una giovinetta che v’intenda ad un volger d’oc-