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logia, e lo pregò d’interrogarla. Il gran Makarri, alzatosi, le disse:
«— Voi avete adunque lette le sacre scritture e conoscete tutti i passi del Corano? Sapete quelli che ammettono spiegazioni e quelli che non ne ammettono; quelli che dichiarano una cosa illecita e quelli che ne permettono un’altra; quelli scritti alla Mecca e quelli che lo furono a Medina; quelli che appartengono al giorno ed alla notte, alla state ed all’inverno? Sapete il numero de’ capitoli, de’ versetti, delle parole, delle consonanti e dei punti diacritici? — Sì, lo so,» rispose Teveddud. — Ebbene,» ripigliò Makarri, «datemi un saggio de’ vostri lumi e delle cognizioni vostre. — Sono nel Corano, » riprese la bella schiava, «cento quattordici surate, settanta delle quali furono scritte alla Mecca e quarantaquattro a Medina. È il Corano diviso in 621 parti chiamate aschar, e contiene 6,236 versetti. Contiene pure 79,439 parole e 323,670 lettere, ciascuna delle quali infonde una forza benefica a chi le legge. Vi si trovano i nomi di trenta profeti: Adamo, Set, Noè, Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, e i suoi undici fratelli, Esaù, Giona, Jol, Saleh, Houd, Jetro, David, Salomone, Zulkefel, Sun-Nun, Elia, Lokman, Alasis, Saul, Jehu, Zaccaria, Giobbe, Mosè, Aronne, Gesù e Maometto. Nel Corano trovasi ancora il nome di nove animali alati: la zanzara, l’ape, la mosca, la formica volante, l’upupa, il corvo, la cavalletta, l’uccello yesou e l’uccello ebabil che gettò pietre sui nimici i quali avvicinavansi per impossessarsi della Kaaba. — Bene! Qual è la più bella surate di tutto il Corano? — La seconda, che s’intitola: La Vacca. — E qual n’è il più bel versetto? — Quello il cui nome viene dal trono, e che contiene cinquanta parole, ciascuna delle quali contiene altrettante benedizioni. «— Qual è il versetto che annunzia nove meraviglie? — Il seguente: «La creazione del cielo e