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fido vecchio, «ti tengo dunque infine in mio potere. Gesù e Vergine Maria! ne faccio il giuramento, tu non mi fuggirai dalle mani; bisogna diventar cristiana, altrimenti ti fo tagliare a pezzi. — Fammi a brani, se lo desideri, scellerato,» quella rispose; «io sono musulmana, e tale voglio morire. Dio prova coll’avversità i suoi prediletti, ed io pongo in lui ogni fiducia e tutta la mia speme.» Allora, il ribaldo ordinò alle schiave di battere crudelmente Smeraldina, e condurla in cucina senza darle nulla da mangiare. Ma ad ogni colpo che riceveva, la giovane sclamava: — Non v’ha Dio che Dio, e Maometto è il suo Profeta! —

«Allorchè lo sciagurato Alisciar riprese i sensi e si vide solo, chiamò ad alta voce Smeraldina; ma non trovandola più, si accorse che il cristiano se n’era ito. Sulle prime versò un torrente di lagrime; poi, vedendo inutile il suo pianto, lacerassi le vesti, e presa una pietra in mano, si mise a percorrere la città, percuotendosi il petto e gridando: — O Smeraldina! Smeraldina!» I ragazzi gli si affollarono intorno; ciascuno faccagli narrare la sua storia, e tutti avevano compassione del suo infortunio. Dopo aver errato di tal guisa per tutta la città, incontrò una vecchia, la quale, avvistasi che non potea essere se non un amante sventurato, chiesegli la causa della di lui disperazione. Alisciar le raccontò il suo caso, e la vecchia gli disse: — Figlio, il dolor vostro mi commove e forse posso esservi utile. Andate tosto a provvedermi una di quelle ceste nelle quali i fornai vendono il pane, od empitela di ornamenti muliebri; io li porterò per la città a vendere, e mi lusingo di darvi in breve nuove della vostra Smeraldina» Trasportato di gioia per la speranza che tale promessa facevagli balenare, Alisciar coprì di lagrime e di baci le mani della buona vecchia, e fece quanto desiderava. Uscì