Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/297


279


pazienza, figliuolo; stasera giungerà qui una numerosa carovana, composta d’infelici esiliati che cercano asilo, e tu sarai loro sovrano.» Quelle parole si verificarono; la carovana giunse, ed il vecchio invitolla a stabilirsi nella città. L’offerta fu accettata con gioia, e per suo consiglio venni eletto sultano. Il mio protettore rimase meco un anno intero, durante il quale m’insegnò l’arte di governare; fu egli che mi fece quello che sono. Il cielo secondò i miei sforzi per far il bene; la mia riputazione di giustizia, generosità e clemenza si sparse all’estero; la città fu in poco tempo piena di abitanti industriosi, che sugli edifizi antichi ne eressero nuovi, ove abitano il lavoro e la pace. La campagna si è fertilizzata mediante una ben ordinata coltura, ed il nostro porto si coperse di vascelli di tutte le nazioni. Poco dopo, mandai a prendere la mia famiglia, poiché aveva, partendo, lasciato una moglie e due figliuoli. Potete argomentare, dalla gioia che provaste trovandovi dopo una lunga separazione, qual fosse quella ch’io dovetti risentire allorché mi vidi contornato da’ miei cari. Al finire dell’anno, il mio protettore mi volse questo linguaggio: — Figlio, io ho adempito alla mia missione; mi è d’uopo lasciarti, ma sii tranquillo; continua a condurti come cominciasti, ed un giorno ci ritroveremo. Sappi ch’io sono il profeta Khizzir, e che fui mandato dall’alto per proteggerti. Possa tu mai sempre meritare i benefizi del cielo!» Ciò detto, mi strinse teneramente tra le braccia, e sparve senza ch’io potessi trattenerlo, né seguirlo. Restai per alquanti minuti in uno stupore, in un’estasi da non dirsi, ai quali succedettero un timore rispettoso ed una viva gratitudine per tanta bontà. Rimesso dal turbamento, mi prosternai con pio fervore, e poscia ho sempre procurato di seguire gli avvertimenti del celeste mio consiglierò. Non ho d’uopo dirvi di più; vedeste la felicità che mi circonda, ed il pre-