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supposta infedeltà della moglie, la propria risoluzione di passar la vita a visitare i luoghi sacri ed i santi personaggi, fra’ quali ella erasi resa tanto famosa; soggiunse in fine che l’oggetto del suo pellegrinaggio era di udire i di lei edificanti discorsi, ed ottenere il benefizio delle sue preghiere per la sposa infedele.
«Quand’ebbe finito, la dama lo fece passare in un’altra stanza, ed intese successivamente le confessioni degli altri quattro, i quali, non osando ommetter nulla, e non sapendo con chi parlassero, raccontarono tutta ciò che nel corso di questa storia si è veduto. La moglie del cadì ordinò poi all’ufficiale di condurli davanti al sultano, ed informarlo di quanto avea udito raccontare. Il principe, sdegnato della condotta de’ quattro colpevoli, comandò di porli a morte, e già il carnefice preparavasi ad eseguir la sentenza, allorchè la donna venne a chiedere il loro perdono, e palesossi al marito, la cui felicità è più facile concepire che descrivere. Rimase il cadì presso quel principe, cui consacrò il resto della vita, adempiendo all’uffizio di primo magistrato con grande soddisfazione di coloro che aveano liti da trattare innanzi a lui, che offeriva del continuo, al par della virtuosa sua compagna, l’esempio perfetto della virtù e della pace coniugale. Nè cessò il sovrano di colmarli di favori: spesso passava le sere intiere a conversare familiarmente con essi, ed i loro discorsi aggiravansi di solito intorno alle vicissitudini della vita umana ed alla bontà della Provvidenza, la quale raddolcise i patimenti de’ fedeli nel momento appunto, in cui sono prossimi a soccombere sotto il peso delle disgrazie. — Io stesso, amici miei,» disse un giorno il sultano, «sono, al par di voi, un esempio della protezione del cielo, come intenderete dal racconto delle mie avventure.» E principiò la sua storia in questi termini: