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rò amicizia eterna, promettendole di custodire il segreto sul di lei travestimento e rimanere con essa sinchè la sorte le avesse fatto trovare l’amico. In premio di tanta compiacenza, l’eroina le giurò che, se rivedesse un giorno l’oggetto de’ suoi voti, la farebbe partecipe al cuore ed alle carezze dello sposo, e le cederebbe la preminenza nella cerimonia nuziale. Alle quali cose la figlia del visir consolossi, ed abbracciatala, da quel giorno vissero insieme in accordo perfetto, l’una esercitando con soddisfazione generale l’autorità sovrana, conducendosi l’altra da moglie lieta e ammessa, ma amendue ardendo del desiderio di trovare il comune loro sposo.»
NOTTE DXCII
«La capitale del regno, al cui governo era posta la nostra eroina, serviva di centro comune a molte nazioni vicine, che l’avevano prescelta pe’ loro cambi e per le operazioni commerciali. Quella circostanza suggerì alla leggiadra sovrana un’idea che potesse farle trovare colui che da tanto tempo cercava. Persuasa ch’egli viaggiasse in tutte le parti del mondo per ritrovarla, fece costruire un magnifico caravanserraglio con bagni freddi e caldi, racchiudente ogni cosa che potesse riuscir utile e grata ai viaggiatori stanchi dalle lunghe corse; terminato che fu, fece proclamare per tutta la città, che i viaggiatori, da qualunque paese venissero, vi sarebbero ben accolti, e potrebbero trattenervisi, ottenendo il necessario, sinchè albergassero nella città, oppure si fossero rimessi