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vele, partirono sull’atto, abbandonando il padrone. Ma dopo alcuni giorni di tempo propizio, cominciò a soffiare un vento contrario, e la nave, sviata dalla sua rotta, fu costretta ad ancorare nel porto più vicino; era la capitale degli stati d’un possente sultano. Gli ufficiali vennero a bordo per esaminare la nave, come pure il carico ed il luogo di sua destinazione, e con estrema maraviglia vedendolo comandato da una donna d’abbagliante bellezza, sollecitaronsi ad informarne il sultano, il quale, lietissimo di tal avventura, fe’ fare alla bella sconosciuta proposte di matrimonio, cui ella finse di acconsentire. Il principe ordinò quindi i più brillanti preparativi per la cerimonia, e quando tutto fu all’ordine, mandò a bordo la figlia del suo visir, seguita da trentanove dame, per servirla ed accompagnarla a terra. La giovane le accolse con molta grazia, ed invitolle a prender rinfreschi nella gran sala del bastimento, che aveva fatta addobbare di preziose tappezzerie, e dove trovavasi imbandito un superbo pasto, al quale assistettero le inviate. Rimandò poi la scialuppa che le aveva condotte, e fe’ dire al sultano che tratteneva le dame a bordo sino alla mattina seguente, e che allora soltanto recherebbesi a terra per finire la cerimonia delle nozze; intanto mostrò tanta affabilità colle compagne, che tutte furono liete della futura loro sovrana, e trovarono nella sua conversazione mille attrattive. Ma qual non fu la loro sorpresa, allorchè, nel bel mezzo della notte, essa comandò di salpare, vietando, sotto pena di morte, di proferire un solo lamento che sparger potesse l’allarme nel porto. Il vascello allontanossi rapidamente senza essere inquietato: l’intrepida amazzone calmò lo spavento delle dame, raccontando le sue avventure, e promise che, quando avesse raggiunto l’amante, le farebbe ricondurre, se lo bramassero, al proprio paese con