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tissimo, una figliuola. Il povero mori e legò il figlio, appena fuor della culla, alle cure del fratello, il quale, incaricatosi del bambino, ebbe per lui una tenerezza tutta paterna. Fu l’orfano allevato colla cugina, e l’amicizia che per lei risentiva, in breve cangiassi in violento amore. La chiese quindi in consorte, ma il padre, sdegnato, glie la negò non solo, ma inoltre scacciollo di casa. La giovane, che divideva l’amor del cugino, non potè sopportare l’idea di vivere per sempre da lui divisa, ed acconsentì a seguirlo. Laonde, il giovane noleggiati due cavalli ed una mula per portare i bagagli, di notte tempo la cugina fuggì dalla casa paterna coll’amante. Dopo aver viaggiato sino allo spuntar del giorno, giunsero ad un porto di mare, in cui stava un bastimento in procinto di far vela. Contrattarono del tragitto, e la giovane s’imbarcò subito, mentre l’amante cercava di vendere i cavalli e la mula al mercato; stava attendendo alcuno che li comprasse, quando, alzatosi un buon vento, il padrone della nave levò l’ancora, e spiegate le vele, partì. Ebbe la giovane un bel pregarlo di attendere il ritorno dell’amante o di deporla a terra; il capitano fu inesorabile. Vedendosi così delusa, la bella nostra fuggitiva, che aveva molta presenza di spirito, invece di abbandonarsi a vani lamenti, si finse calma e sicura, ed accolse gli omaggi del capitano, il quale, da quel punto, le prodigò riguardi e deferenza. Finalmente, la nave ancorò presso una città in cui il capitano recossi per ordinare i preparativi delle nozze. Appena però si fu allontanato, la giovane, dirigendosi all’equipaggio, espose con tanta forza ed eloquenza l’indegna condotta di colui a suo riguardo, e promise tal ricompensa se volesse ricondurla appo al di lei amante, nel porto d’ond’erano partiti, che la ciurma, mossa a compassione, le promise d’obbedirle e liberarla. Spiegate pertanto le