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«Stimò il giovane di dover consultare il genio, il quale l'indusse a tentare l’onorevole e perigliosa impresa. Comparso intanto l’avvoltoio, il genio si slanciò nell’aria, attaccò il feroce animale, e dopo ostinato combattimento postolo a brani, discese verso il protetto, e gli disse: — Va ad avvertire il sultano della morte del suo crudele nemico.» Molto stentò questi a credere alla fausta novella, ed uscito dal palazzo per andar a contemplare il mostro disteso al suolo, pieno di gratitudine, volle che il matrimonio fosse in quella sera celebrato. Aladdin, felice nelle braccia della seconda sua sposa, rimase un mese intiero presso allo suocero, indi gli manifestò il proprio desiderio di rimpatriare; laonde il sultano, colmatolo di presenti, gli donò parecchie gabbie piene di quei rarissimi uccelli, e colle più tenere carezze volse ai coniugi il doloroso addio.
«Il genio, ripreso sulle spalle il principe colle due consorti, colle gioie e le gabbie, sollevossi nell’aria, scendendo poche ore dopo vicino alla città deserta, dove il giovane aveva lasciato le tende, il seguito ed i bestiami. Lo attendevano i suoi colla più viva impazienza, ed il buon genio, appena l’ebbe deposto a terra, gli disse: — Amico mio, tu mi rendesti al certo, venendo qui, un gran servigio; ma devo pur chiederti un altro favore. — E quale? — Che non ti allontani da questo luogo prima di aver lavata, preparata e deposta la mia salma nel sepolcro.» Non aveva ancor finite queste parole, che, messo un lungo gemito, l'anima sua separossi dalla spoglia mortale. Il giovane, afflitto e dolente, pagò tributo di copiose lagrime alla memoria del benefattore, adempì scrupolosamente a tutti gli offici impostigli dalle di lui ultime volontà, indi si ripose in cammino, e dopo tre giorni giunto al piede della piramide dalle tre iscrizioni, vi trovò ad attendervelo il vec-